Il Gattò di patate napoletano: perché si chiama così e non Gateau?
Il Gattò di patate è un piatto tipicamente napoletano: non cercatelo in altre cucine, non lo troverete.
Certo è una torta salata a base di patate ma il Gattò di patate autentico ha alcuni dettagli che ne rendono inconfondibile il gusto: il salame napoletano, per esempio (che potete ovviamente sostituire a vostro gusto ma che – proprio grazie alla sua concia è in grado di regalare a questa preparazione il suo sapore tanto caratteristico). Oppure l’abbondanza di pepe nero e la presenza di mozzarella o provola.
Ma perché il Gattò di Patate si chiama così?
Innanzitutto va detto che questo nome è in uso solo a Napoli: il termine gattò viene dal francese – ovviamente – ed è uno dei tanti residui della dominazione francese che ha lasciato tracce anche nel dialetto napoletano. Per esempio il bigné si chiama sciù, la pronuncia napoletana del francese choux. Oppure la scatola che si chiama buatta, dal francese boite. Altro esempio, dopo in napoletano si dice appriess, ovviamente dal francese après.
Ma di francese, il Gattò di patate ha solo il nome: la sua preparazione nasce a Napoli e usa ingredienti della cucina napoletana classica.
E qui lo spiega perfettamente Raffaele Bracale:
Il gattò di patate napoletano è una torta rustica, salata o meglio uno sformato di patate tipico della cucina partenopea dove fu introdotto dai cuochi francesi chiamati nel Reame di Napoli in occasione delle proprie nozze (1768) dalla regina Maria Carolina, figlia di Maria Teresa Lorena-Asburgo moglie di Ferdinando I Borbone, ma non è piatto derivante dalla cucina francese, in quanto sformato inventato qui nel Reame, con tutti gli ingredienti usati nella cucina napoletana, con la sola eccezione del burro (ingrediente per solito …nordico) questa volta usato in luogo della sugna o dell’olio d’oliva e.v. tipico della cucina meridionale e con l’eccezione del pomodoro mancante del tutto in questa preparazione il cui nome è gattò, evidente corruzione del lemma francese gateau (torta).
Al proposito ricorderò che la parola gattò entrò anche, dopo la discesa dei cuochi francesi detti dai napoletani monzú, corrompendo il francese monsieur, nelle pasticceria napoletana dove con il nome di gattò mariaggio con evidente corruzione di gateau du mariage si indicò la dolce torta nuziale.
Qui, la ricetta del gattò di patate napoletano.
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