Confettura di albicocche alla vaniglia. Al microonde, con il metodo Ferber

 
Confettura di albicocche alla vaniglia al microonde
Confettura di albicocche alla vaniglia al microonde

Questa confettura è preparata al microonde, prendendo spunto da una ricetta di Maria e aggiungendo la macerazione, e la cottura prolungata del solo sciroppo che sono le caratteristiche fondamentali del metodo Ferber. Il risultato è una confettura che mantiene inalterato il colore originario della frutta. Anche il sapoere, poi è notevole: la frutta subisce una semicanditura e – soprattutto se consumata almeno un mese dopo la preparazione – acquista un sapore molto diverso, e più *naturale* della confettura preparata con il metodo classico. In più è estremamente facile: soprattuto questa versione, preparata al microonde.

Da provare, insomma. Assolutamente.

500 g di albicocche denocciolate e tagliate ognuna in quattro pezzi
300 g di zucchero
una bacca di vaniglia, tagliata per il lungo.

Il giorno prima, ho mescolato in una ciotola di ceramica le albicocche allo zucchero e alla vaniglia, ed ho messo in frigo – coprendo con pellicola – per ventiquattro ore.

Al momento di prepararla, ho messo in micro al massimo per 20 minuti (il tempo è indicativo, se necessario prolungatelo) – facendo attenzione a non riempire troppo: cuocendo il composto di frutta e zucchero potrebbe gonfiare e fuoriscire . Poi, siccome lo sciroppo non era abbastanza denso per i miei gusti, con una schiumarola ho tirato via le albicocche ed ho rimesso il liquido in micro, sempre alla massima potenza, per altri 5 minuti. Ovviamente, ripeto, i tempi sono indicativi: dipendono da vari fattori, innanzitutto la qualità della frutta usata. Voi, regolatevi ad occhio aggiustando i tempi al momento.

Una volta che lo sciroppo mi è apparso di buona densità – nella valutazione, tenete conto che raffreddandosi si addensa ulteriormente – vi ho reimmerso le albicocche ed ho rimesso tutto in micro per due- tre minuti (il tempo, di riportare ad ebollizione). A questo punto, ho invasettato – barattoli di vetro ovviamente sterilizzati – e messo a raffreddare capovolto, in modo da creare il sottovuoto.



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