La ricetta della pasta e fagioli con pecorino e nduia
Se siete incuriositi da questa ricetta della Pasta e fagioli ma non sapete cosa sia, la nduja, sappiate che se amate il piccante dovete subito rimediare.
Le cose importanti da sapere, prima di iniziare
Che cosa è la nduja
E’ uno dei più famosi salumi calabri, a base di peperoncino – tanto peperoncino – e carne di maiale. Tradizionalmente, viene insaccata nella parte cieca dell’intestino del maiale – orba, in dialetto calabrese- ottenendo così “salami” di un paio di chili di peso. Sia questo, che la composizione, fanno sì che questo salume non arrivi a stagionatura come gli altri salami più piccoli – le soppressate, per esempio – ma resti cremoso all’interno, di una consistenza spalmabile. Per questo, viene utilizzato per preparare crostini, ma anche per insaporire sughi, uova fritte, minestre e ragù. Una specie di dado ante litteram, insomma: quando la fame era tanta e le cose da mangiare poche – e non sono passati molti decenni da allora, per lo meno in calabria – la nduja faceva la differenza. Un tocco di questa riusciva a dare un tocco particolare anche ad un semplice uovo fritto: si scaldava nella padella e vi si cuoceva l’uovo che ne prendeva il sapore. Poi, lo si rovesciava in un piatto dopo averne ricoperto il fondo con una fetta di pane. Oppure, nella minestra di fagioli e in molte altre preparazioni.
La ricetta della pasta e fagioli pecorino e nduja calabrese
Ingredienti per 4 persone
- 400 grammi di pasta mista (io ho usato la mista corta del Pastificio Di Martino)
- 400 grammi di fagioli cannellini già bolliti
- Olio extravergine d’oliva
- sale
- un paio di spicchi di aglio
- un cucchiaio di nduja calabra 2 cucchiai abbondanti di pecorino stagionato grattugiato
Preparazione
Premessa: il peso indicato è riferito a fagioli già cotti. Se i vostri sono secchi, partite mettendo a mollo i legumi e lasciandoli per tutta la notte. Il giorno dopo, metteteli a bollire magari procedendo ad una sbianchitura preliminare.
Fate cuocere pianissimo per un paio di ore, fino a quando i fagioli non siano diventati morbidi all’assaggio.
A questo punto, correggete di sale e spegnete.
Preparate quindi un soffritto di aglio – meglio se in un tegame di coccio – e aggiungete i fagioli. Mescolate e versate la pasta (tenete magari a portata di mano acqua bollente nel caso il liquido non sia sufficiente a portare a cottura la pasta) e fatela cuocere per 5-6 minuti. A questo punto spegnete il fuoco (soprattutto se avete scelto di usare un tegame di coccio la cottura continuerà grazie al calore accumulato dal suo fondo) e mantecate vigorosamente per un paio di minuti, aggiungendo a questo punto un cucchiaio di nduja (o di più, se amate il piccante) il pecorino grattugiato. Se avrete scelto di usare pasta di Gragnano (trafilata al bronzo ed essiccata a lenta temperatura) l’amido della pasta si emulsionerà perfettamente con il liquido di cottura r la nduja producendo una gradevolissima cremosità piccante che avvolgerà i pezzi di pasta uno per uno.
Fate riposare ancora uno o due minuti e servite.
La nduja di Spilinga, un video che racconta la sua produzione
Cose da sapere sul nostro sito
Se hai bisogno di aiuto con questa ricetta, oppure semplicemente hai voglia di pararne con altri in un ambiente piacevole e privo di polemiche, ti aspettiamo nel gruppo FB Gennarino 2.0
Questo sito è un progetto autogestito e la sua unica fonte di entrata è la pubblicità presente su queste pagine, che speriamo non interferisca troppo con la vostra navigazione. Grazie sin da ora a chi sceglierà di sostenerci visitando questi link.>