La preparazione della pasta bigné. Prima parte, gli ingredienti

Come si prepara la pasta choux

Acqua o latte?

Di solito si usa acqua ma volendo ottenere dei bignè più colorati questa può essere sostituita parzialmente – o anche totalmente – da latte.

Il burro

La presenza di burro è molto importante: più ricca di questa è la ricetta, più il bignè tenderà ad essere vuoto a fine cottura: il burro crea una barriera al vapore acqueo, favorendo svuotamento quasi totale del bignè.

La farina

La più adatta è quella poco proteica meglio non superare W 260, perché la forza della farina impedirebbe lo sviluppo ottimale.

La farina ideale per la pasta bignè dovrebbe avere un indice proteico 10,50-11%, un W compreso tra 220/240 e P/L 0,40-0,45.

Lo zucchero

Non è obbligatorio, e infatti in molte ricette non è presente ma è usato per dare più colore in cottura alla pasta bignè. Conviene quindi usarne un po’ quando si sceglie di preparare il bignè con sola acqua (nel caso dell’uso di latte lo stesso ruolo viene svolto dal lattosio) e la quantità può variare dallo 0,5 al 2% per litro di acqua).

Le uova

Questo, decisamente, uno dei punti più delicati della ricetta: una quantità eccessiva di uova, infatti, porta ad un bignè schiacciato e poco sviluppato verso l’altro (avete presente quei bigné che assomigliano ad una frittatina? Ecco, proprio quelli!). Una quantità invece troppo scarsa porta ad un bignè non perfettamente vuoto, difficile da riempire e che spesso rimane, anche a fine cottura, crudo all’interno.

Diffidate sempre delle ricette che indicano il numero di uova: purtroppo, non è un’indicazione precisa visto che le uova possono cambiare per dimensione, rovinando – anche solo in parte – il risultato, Meglio aggiungere l’ultimo uovo a cucchiaiate fermandosi quando l’impasto avrà raggiunto la giusta consistenza.

La quantità precisa di uova da usare è diversa di volta in volta e dipende da diversi elementi:
✓ dal potere di assorbimento della farina utilizzata
✓ dalla durata dell’asciugatura sul fuoco del pastello iniziale;
✓ dalla quantità di acqua evaporata prima dell’inserimento della farina (bastano pochi secondi in più di ebollizione per fare evaporare più acqua e quindi rendere necessaria una maggiore quantità di uova);
✓ dall’esattezza dei pesi e dalla precisione delle misure delle differenti materie prime durante la preparazione (purtroppo le bilance da casa non sono sempre precise);
✓ dal calibro delle uova (se per abitudine vengono quantificate in numero);

✓ la temperatura della massa al momento dell’asciugatura delle uova. Maggiore è la temperatura, maggiore sarà la quantità di uova.

Il modo migliore di procedere, quindi, è quello di aggiungere l’ultimo uovo a cucchiaiate e interrompendo l’aggiunta quando l’impasto ne avrà sorbito abbastanza formando il classico riccio. Aggiungo una foto che prova a spiegare: questa pasta ha bisogno ancora di POCO uovo. Il riccio si forma ma non crolla verso il basso. Spero sia chiaro.

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