La sapete quella della focaccia genovese che diventa VEGANA?
Già. Stando a quello che scrivono *autorevoli* testate, finalmente la focaccia genovese è ora disponibile anche per chi evita alimenti di origine animale. Come mai? Quali cambiamenti sono stati fatti alla ricetta originale per renderla tale? non si sa. Si sa però circa 4 milioni di persone nel nostro Paese oggi preferiscono evitare alimenti di origine animale, dalla carne al pesce alle uova, latte e latticini, e il numero cresce del 15% all’anno. Le focacce vegane certificano l’assenza di sostanze che siano state contaminate durante ogni singola fase del processo e che siano ottenute sfruttando in qualunque modo gli animali.
Null’altro.
Peccato solo che chi ha scritto questo articolo non abbia- evidentemente– mai fatto un giro nei forni della zona in vita sua. Non dico per osservare la produzione – troppa grazia! – ma solo per mangiarne un pezzo. Perché altrimenti avrebbe saputo che la focaccia genovese di origine animale non contiene nulla. Citando slowfood – che credo possa essere considerato affidabile in materia di tipicità italiane – si scopre infatti che “La più celebre è sicuramente la focaccia ligure, la cui semplice ricetta (pasta lievitata di farina di grano tenero condita con olio di oliva e sale) può essere arricchita da salvia, rosmarino, olive o cipolle.”
Insomma, l’attribuzione del termine vegan ad una produzione che nasce così è una mossa assolutamente inutile. E rispondente a soli scopi di marketing. Evidentemente il vegan *tira* e allora perché non offrirlo? Peccato solo che se l’obbligo non sarà quello di rispettare la ricetta tradizionale, nella versione marchiata vegan sarà possibile anche usare olio NON extravergine: anche con un buonissimo olio di mais, sarà vegan lo stesso… o no?
Insomma, interessante sarà seguire gli sviluppi di questa cosa, controllando che magari il prezzo di questa versione non finisca per essere più alto delle focacce prodotte con ricetta e ingredienti tradizionali. E di qualità, mi permetto di aggiungere.
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