La brioche a treccia con lo zucchero
Qualcuno magari se la ricorda ancora questa brioche a treccia con lo zucchero: era la merenda mattutina che si comprava al forno per dieci lire.
Povera, poverissima: nell’impasto addirittura non ci sono le uova (e infatti non meriterebbe neppure il nome “brioche” per questo). Ma buona, buonissima e soprattutto alla portata di tutti. Si prendeva al forno lungo il tragitto mentre si andava a scuola (a piedi e da soli: roba inimmaginabile al giorno d’oggi) e la si portava a scuola avvolta in quella carta marroncina che usavano i forni di una volta.
O, meglio, si tentava di portarla. Perché a furia di “un pezzettino, solo un pezzettino e poi basta” la brioche a scuola non ci arrivava neppure.
Succedeva solo a me?
La ricetta della brioche brioche a treccia con lo zucchero
Le cose importanti da sapere, prima di iniziare
Gli ingredienti
500 gr di farina 0 (ho usato una comune farina da super con indicazione “per focacce”)
g 75 zucchero
g 5 sale
g 40 di strutto (importante che sia fresco altrimenti si corre il rischio di avvertirne il gusto nel sapore finale)
g 10 di lievito di birra fresco
350 gr di acqua
Ps per dare profumo ho aggiunto all’impasto due cucchiaini di pasta di arancia.
La preparazione
Ho inserito la farina e il lievito sbriciolato nella planetaria. Poi, a bassa velocità, ho iniziato a inserire l’acqua a filo. E’ importante infatti non lavorare in fretta l’impasto, in modo da ottenere una mollica soffice e vaporosa (quella tipica delle brioches, insomma). Ovviamente, come per tutti gli impasti, meglio controllare che la temperatura non superi mai i 28 gradi. Se l’impasto tende a surriscaldarsi, meglio fermarsi e farlo riposare. E poi riprendere ad impastare ripartendo a velocità molto bassa in modo da non rischiare di rovinare l’incordatura.
Quando sono arrivata a metà acqua, ho aggiunto all’acqua residua lo zucchero e ho mescolato bene. Quindi, ho continuato ad aggiungere acqua sempre a filo e assicurandomi bene che questa fosse stata bene assorbita prima di aggiungerne altra.
Una volta esaurita l’acqua ho aggiunto il sale e ho continuato a lavorare fino a quando l’impasto non mi è sembrato sufficientemente incordato.
A questo punto ho aggiunto lo strutto, a temperatura ambiente in modo che fosse ben morbido, prelevandolo con un cucchiaino e aggiungendone due tre per volta. Anche per lo strutto, ho atteso che la quantità precedente fosse bene assorbita dall’impasto prima di aggiungerne altro.
Ho quindi messo a lievitare in una ciotola leggermente unta e ho atteso fino a che l’impasto non sia quasi triplicato.
A questo punto ho rovesciato l’impasto sulla spianatoia e – stando attenta a non sgonfiare l’impasto – ho tagliato pezzi del peso di 70 gr ca. Ho formato quindi dei cordoncini – come si fa per gli gnocchi – e ho formato le trecce.
Le ho quindi allineate su carta forno (io uso le scatole di plastica con coperchio, per non fare seccare gli impasti ma se non li avete potete fare alla vecchia maniera: metteteli su un piano e copriteli con una tovaglia) eli ho spenneellati leggermente con acqua. Ho atteso fino a quando non mi sono apparsi ben lievitati ed ho spennellato di nuovo. Poi ho infornato a 200 gradi ed ho cotto fino a quando non mi sono apparsi ben dorati..
Non appena sfornatili ho spennellati di nuovo e spolverati con abbondante zucchero semolato.
Cose da sapere sul nostro sito
Se hai bisogno di aiuto con questa ricetta, oppure semplicemente hai voglia di pararne con altri in un ambiente piacevole e privo di polemiche, ti aspettiamo nel gruppo FB Gennarino 2.0
Questo sito è un progetto autogestito e la sua unica fonte di entrata è la pubblicità presente su queste pagine, che speriamo non interferisca troppo con la vostra navigazione. Grazie sin da ora a chi sceglierà di sostenerci visitando questi link.>