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I ristoranti e le ricette della tradizione milanese
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La cucina aristocratica napoletana(di Mario B.)

La cucina aristocratica napoletana inizia alla fine del '700, quando
la regina Maria Carolina di Borbone decide di ingentilire la gustosa
ma povera cucina di Napoli con il tocco di cuochi raffinati chiamati
dalla Francia.
A corte e nelle famiglie aristocratiche, i cuochi, chiamati Monzu'
(storpiando il francese Monsieur), si tramandavano oralmente le
ricette che spesso prendevano il nome delle famiglie stesse (timballo
alla Caracciolo, maccheroni alla Pavoncelli, pate' Barracco). La
tradizione orale purtroppo porto' alla scomparsa di gran parte di
questa preziosa cucina, quando l'istituzione del cuoco di famiglia
divenne una rarita'.
In un vecchio e ormai introvabile volume ho trovato diverse di queste
ricette che propongo nei prossimi post.
Alcune di queste ricette, inventate da cuochi professionisti,
attorniati da uno stuolo di aiutanti e al servizio di famiglie con
grandi disponibilita' economiche, sono improponibili al giorno d'oggi.
Monzu' Aquilino, ad esempio, eseguiva un brodo con le modalita' piu'
classiche e lo versava bollente nella zuppiera. Prima di servirlo
sospendeva per il collo con uno spago un pollo ruspante perfettamente
arrostito, rosolato e croccante e lo immergeva lentamente nel brodo
due volte, per poi estrarlo ed eliminarlo. Veniva cosi' servito un
brodo sublime con un retrogusto di pollo arrosto.
La maggior parte delle ricette pero' sono perfettamente eseguibili
oggi, anche se occorre tener presente che alcune non sono ne'
semplicissime ne' di rapida esecuzione.
Il timballo Flammand o Cerino di bucatini
Il coniglio in agrodolce
I medaglioni di pesce spada
E' tutto oro quel che luccica?
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