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I tortellini modenesi ![]()
Altri, rifacendosi ad un fatto mitologico, raccontano che ai tempi della "Secchia", Venere, Bacco e Marte, reduci dai campi di battaglia, ove per l'ennesima volta si ierano scontrati i modenesi e i bolognesi, una sera pensarono di trovari riposo presso la locanda "Corona". Il mattino successivo, Marte e Bacco se ne partirono presto lasciando da sola la dea dell'amore, che ancora dormiva. Questa, quando si sveglio' e non vide piu' i due amici, suono' spaventata il campanello, facendosi sorprendere ancora discinta da un oste guercio, subito accorso, il quale rimase notevolmente impressionato dalle bellissime forme di Venere. Ritornato in cucina, dove aveva preparato una sfoglia ("sfoja", in modenese) ne strappo' un pezzo di cui si servi' per fare tanti quadretti. Li riempi' di pesto e, ripiegatili, li arrotolo' sul dito traendone uno stampo simile all'ombelico di lei. I tortellini di Modena non sono tuttavia uguali "ne' ai cappelletti di Bologna ne' agli anolini di Parma (e tantomeno ai ravioli, agnolotti o tortellacci), ne' quanto alla forma ne' quanto al ripieno. La prassi locale non ammette infatti la carne di maiale: dovrebbero contenere filetto di vitello e petto di cappone (tollerato il petto di tacchino), in parti uguali leggermente cotti nel burro, tritati e impastati con uova e formaggio grana "rosato, tenero di almeno uno o due anni al piu'. Sale, odore di noce moscata e basta"*. *Vedi: La cucina modenese, in "Aspetti turistici della Provincia di Modena", Bollettino della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura. Supplemento al n. 5, Modena 1960 - pag. 46. (Apparso su "Modena" n. 3 del 1961 in collaborazione con Giuseppe Bedoni, con disegni di Paolo Bedoni) Stanco di essere in sovrappeso? Calcola gratis il tuo peso forma! |
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