Una ricetta povera a cui sono particolarmente legata è quella delle
Pizzelle, non perché le preparasse mia madre, no. Non mi ricollega all’ambito familiare il suo ricordo, ma alle estati della mia spensierata infanzia trascorse a Paestum.
Mitico Lido Brigantino, che non so neanche se esiste ancora, ogni giorno, puntualmente, dovevo mangiare le mie pizzelle, belle grandi piene di pomodoro e basilico, e lo dovevo fare di nascosto la maggior parte delle volte, perché da sempre sono stata cicciottella e i miei, giustamente, cercavano di contenermi. Se!!! Non ci sarebbero mai riusciti!
Alcuni giorni il posto delle pizzelle era preso dalle zeppole di patate fritte con lo zucchero, ma il ghiacciolo Arcobaleno era fisso.
Quando iniziavo a sentire quel profumo di fritto, misto a quello di sughetto fresco e basilico uscire dalle cucine, sparivo. Veramente sotto l’ombrellone o sotto il sole non ci stavo mai, a fine estate ero bianca come una mozzarella; il mio posto era sotto il lido a giocare a carte con mia cugina, che poi è una sorella per me, e i miei amici, i miei cari amici dell’infanzia, si passava dalla scopa, allo scopone, alla scala quaranta, ad asso pigliatutto, e ancora nascondino, a “uno monta la luna”e tutti i giochi che si facevano da piccoli.
Sempre attaccata ad un biliardino, ad un flipper e ad un jukebox; chi se le scorderà più quelle canzoni! La musica ha scandito il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza, partendo da Mina, per arrivare a di Pino Daniele, a Lucio Dalla, a Franco Battiato.
La sera il lido si trasformava in discoteca, e i miei per farci felici, una volta a settimana ci portavano a ballare; potevo avere sette, otto anni, ed ecco i Bee Jees con la colonna sonora della Febbre del sabato sera, per arrivare a Thriller di Michael Jackson.
E i “crespolini bianchi” del ristorante Nettuno vicino ai Templi???? Mamma mia che erano e che sono! Ci sono ritornata qualche anno fa, stesso e identico sapore e suppongo che adesso sia rimasto tale.
Quello che era mutato era il resto, ciò che mi sembrava infinitamente grande si era rimpicciolito, diventando quasi soffocante…. Purtroppo tutto cambia, tranne i miei dolci ricordi, quelli nessuno potrà mai strapparmeli. Ancora adesso, la notte, mi sogno di Paestum. E adesso Terè, mannaggia a te,

mi sono commossa.
Un’altra cosa che è rimasta intatta è il mio amore per le pizzelle.

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Ecco come le preparo io.
Ingredienti*250gr di farina 0
195 di acqua
6gr di lievito di birra
3 gr sale
1 cucchiaino di zucchero
ProcedimentoIn una ciotola stemperare il lievito con l’acqua tiepida ed un cucchiaino di zucchero. Mi raccomando che l’acqua sia tiepida, non deve superare i 37 gradi. Nel caso in cui non possediate un termometro da cucina, immergere un dito nella terrina, se la temperatura è pari a quella corporea (36°- 36,5° di solito) allora ci siamo. Se risulta più calda è meglio aspettare, si rischierebbe di “uccidere” il lievito inficiando il tutto.
Aspettare 10 minuti affinchè il lievito inizi ad agire.
Aggiungere la farina ed appena amalgamati gli ingredienti, cospargere il sale.
Lavorare l’impasto circa 5 minuti, deve comunque assumere una consistenza elastica ma nello stesso tempo molto morbida.

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Coprire la ciotola e mettere a lievitare per un’ora e mezza ad una temperatura di 28°C, altrimenti a temperatura ambiente per circa due ore e mezzo; deve raddoppiare di volume.
Quindi, con le mani unte di olio staccare dei pezzi e lavorarli fino ad assumere una forma quanto più piatta e tonda possibile e friggere in una padella con abbondante olio.
Una volta fritte, al centro, si formerà una cavità che andrà ad accogliere in seguito il sughetto di pomodori, il parmigiano o pecorino, a seconda dei gusti, e una bella fogliolina di basilico.
*Nel caso in cui si voglia utilizzare una farina00 aggiungere l'acqua poco alla volta e fermarsi quando l'impasto assume la consistenza della foto, anche se consiglio una 0.
Con queste dosi sono uscite circa dieci pizzelle