E' a mia nonna che devo tutto ciò che so della cucina tradizinale. Sabati e domeniche passate accanto a lei ad osservare i movimenti a riempire naso e polmoni di profumi che sono ancora perfettamente nitidi nella mia memoria. Io la aiutavo ad impastare: quanti cavatieddi, quante pappardelle fatte insieme. E poi i mitici dolcini natalizi: il rito di tirar fuori la marmellata di fichi preparata nel settembre precedente, e poi il macinare le mandorle, le bucce d'arance e la cannella con lo zucchero, con quegli intensissimi profumi che ne scaturivano, con lei che fingeva di non accorgersi delle cucchiaiate che scomparivano nelle mie golosissime fauci.
Forse è vero che stare dietro ai fornelli è un po' anche non volersi sganciare da quei ricordi così nitidi; reiterare profumi, sapori, sensazioni per ricostruirue e rivivere atmosfere che se pur nostalgicamente, mi infondono una immensa quiete e serenatà.
