Ho molto riflettuto se questo fosse o meno il momento di iscriversi, dopo almeno due anni di lurkaggio silenzioso.
Sono arrivata alla conclusione che, per assurdo, questo è forse il momento più giusto.
Per dire perché ho scelto di seguire Gennarino nella galassia mirabolante di siti di cucina disponibili on-line.
Da una rapida ricerca potete verificare che non è il solo sito che seguo, stesso nick e stesso avatar sono in altri due.
Mi chiamo Isabella, ho 39 anni, e vivo a Ferno, ridente paesino del basso Varesotto.
Di professione architetto, lavoro all’aeroporto di Malpensa.
Mi considero una dilettante della cucina, passione presente nella mia famiglia in via matrilineare.
Anche se in un (per fortuna passato) buio periodo lavorativo ho seriamente pensato di licenziarmi e mettermi in gioco in cucina come professionista.
Non ho mai osato iscrivermi per lo stesso motivo per il quale seguo Gennarino da tanto: la qualità che si respira!
Cosa ho imparato in questi anni?
A fare le frolle montate lasciandole asciugare una notte. Adesso anche le Margherite di Stresa non sono più delle frittate amorfe.
A fare lo zucchero a velo vanigliato con i baccelli di vaniglia avanzati dal panettone. Sniffarlo dà dipendenza!
A fare la sfoglia a macchina, bagnando piano le mani. I nidi ancora un po’ si ammosciano, ma la tenuta della cottura e del sugo sono un altro pianeta.
A fare al mostarda. Quella industriale mi fa orore.
A curare il più possibile la materia prima. Anche la pasta al pomodoro cambia.
Che la tecnica e la tecnologia alimentare spesso fanno la differenza tra un piatto banale e uno con “i baffi”.
Che vale sempre la pena di chiedersi se c’è un modo per fare meglio quello che già viene discreto. A volte basta poco per ottenere un risultato notevole (chessò, aumentare l’idratazione del pane), a volte serve impegno (usare il l.m.). Però posso scegliere con cognizione di causa.
Vado a mettere una ricettina di presentazione, e poi credo tornerò nell’ombra dove mi sento più a mio agio: sono qui per imparare.
Grazie a tutti quelli che hanno voglia di regalarmi il loro sapere.
Grazie alla Capa, perché mi ospita a casa sua.
Isabella