Maximulta (12,5 milioni di euro complessivi) dell'Antitrust ai produttori di pasta per un presunto cartello teso a far lievitare i prezzi. Secondo quanto si legge nel documento dell'Autority, ripreso da Vanni Cornero sulle pagine della Stampa, ventisei aziende, capeggiate da Amato, Barilla, Divella, Garofalo, Rummo e Zara, in stretta connessione con l'Unipi, "hanno posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a concertare gli aumenti del prezzo della pasta". I produttori intanto negano ogni forma di patto e annunciano di voler ricorrere al Tar, mentre commenti soddisfatti arrivano dalle associazioni dei consumatori e degli agricoltori, che tra i primi avevano denunciato l'anomalia della crescita dei prezzi della pasta a fronte di un calo di quelli del grano. "I soldi della multa vanno restituiti ad agricoltori e consumatori" ha commentato il presidente della Coldiretti Sergio Marini.
Finirà come sempre a tarallucci e vino?