ieri ho fatto i compiti per casa (ero rimasta indietro...): ho pesato gli ingredienti secondo la piero-tecnica, prima le uova sgusciate, poi il doppio di peso di farina: 115 grammi di uova e 230 di farina.
premetto che mi ero dimenticata di comprare quella coop, quindi ho usato la 00 dei Mulini Rossetto.
ho fatto la fontana, ho versato dentro le uova (leggermente sbattute, avevo paura di fare grumetti gialli), ho impastato bagnando le mani solo un paio di volte e pochissimo.
la pasta ha dormicchiato per un'oretta sotto la campana di ceramica di una terrina rovesciata, poi l'ho divisa a pezzetti grandi quanto una grossa noce e li ho stesi uno alla volta. ho usato questa tecnica perchè non ero in grado di gestire delle sfoglie troppo lunghe, e già così mi venivano quasi di mezzo metro...
la mia macchina si chiama excelsa e ha sette numeretti. l'ho tirata fino al numero 1, scalandole tutte una alla volta.
e qui ho fatto la prima scoperta: se le sfoglie non ci stanno più sulla spianatoia di legno, non si possono stendere ad asciugare sul tavolo di formica, perchè si attaccano

mi sono venute via a brandelli. il bello è che le ho reimpastate e tirate nuovamente con la macchina, e siccome erano più asciutte rispetto all'impasto iniziale, si tiravano meglio e si tagliavano anche meglio, e non si appiccicavano tra loro. quindi confermo: più la pasta è dura, meglio si tira e non si attaccano le tagliatelle tra loro.
ovviamente mi sono dimenticata che dovevano riposare tra il numero 2 e il numero 1, e infatti le ho fatte riposare dopo il numero uno, quindi le prime non erano tanto rugose. quelle che invece ho dovuto reimpastare, e che quindi avevano una pasta più asciutta e compatta, erano un po' più ruvidine.
la seconda scoperta è che sono totalmente incapace di fare i grumi. quindi mi sono accontentata di nuvolette di pasta, e via.
la terza non è una scoperta mia: non sapendo dove mettere le sfoglie, ho messo un canovaccio a cavallo dello schienale delle sedie e ce le ho schiaffate sopra, memore dei racconti di mia mamma di come mia nonna metteva un manico di scopa tra le sedie, o canovacci sugli schienali, e ci stendeva la pasta ad asciugare. tiè al tavolo di formica, non mi cucca più. che poi la nonna paterna impasta sul tavolo di formica, e stende pure, e la sfoglia le viene benissimo. si vede che o sei capace, e allora sei in grado di farla in ogni condizione, o non sei capace, e allora neanche la spianatoia fatta da san giuseppe in persona potrebbe aiutarti...
la cottura è stata pressochè istantanea: neanche un minuto ed erano pronte, sottili sottili, tenere ma al dente.
condite con un sugo di salsiccia improvvisato ripescando della salsiccia che nuotava nel fondo del freezer, fatto mentre la pasta riposava.
le foto sono nel cellulare di alvise, non appena me le scarica le posto.
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