Provato con la ricotta.
Ho pensato che essendo più magra del filadelfia, non potevo risparmiare sul burro, peciò parti uguali fra farina/ricotta/burro.
La pigrizia (molto più che la pazienza) mi ha fatto tenere l’impasto in frigo, in contenitore ermetico 2 giorni.
Quando l’ho steso è bastata poca farina sul piano e sul mattarello.
Facillissima da stendere, ho sfogliato un paio di volte giusto perché non essendo abituata a tale facilità di stesura, mi venivano forme mostruose, ma sarebbe bastato (avendo manualità) una sola stesura.
Ne ho assaggiata un po’ cruda e sapeva (circa) delle sfoglie pronte (quelle da bancofrigo).
Ho tentato dei cornettini vuoti (ripeto pensavo fosse una schifezza) e 3 ravioli con dentro solo dei pezzettini di provola affumicata.
(Vi risparmio le foto perché prevedendo che sarebbe stata una porcherietta ho deciso di non badare all’estetica)
Cotti in forno a gas a 250°, pezzettini piccoli (stasera provo due “calzoni” con speck e provoletta affumicata) ha sfogliato bene in 10 minuti.
Risultato?
Nessuna perdita di burro, compattezza accettabilissima, sfogliatura assolutamente comparabile a quella delle sfoglie comprate, ma meno pesante (io la sfoglia la odio perché non la digerisco

).
Al gusto ….un po’ così…. Secondo me il ripieno non basta a caratterizzare il sapore, in quelle dolci ci vedrei bene un po’ di zucchero e in quelle salate un po’ di sale nell’impasto.
Così è troppo “neutra” .
Non direi che sia il caso di sognare sontuose colazioni da grand hotel , ma è sicuramente meglio della sfoglia pronta del supermercato.
Prossimamente proverò con filadelfia e mooolto meno burro….
