Personalmente penso che già leggendo una ricetta (se si ha un minimo di esperienza in cucina) si riesce quasi a percepire mentalmente il risultato finale del piatto, grazie proprio alla memoria che abbiamo di determinati gusti ed abbinamenti, ed è quindi facile, se non naturale, adattare a priori la preparazione al proprio gusto o commentare l'esperienza altrui incrociandola con la propria.
La cosa diventa naturalmente molto più difficile quando si ha a che fare con accostamenti inusuali se non proprio azzardati e qua, a mio avviso, bisognerebbe, come dice Bruno, provare prima di giudicare perchè la ricetta potrebbe riservare sorprese.
Con un esempio provo a spiegarmi meglio: io non ho mai voluto mettere il parmigiano sul pesce e anche quando mi dissero che invece sul risotto al nero di seppia ci va, beh, istintivamente ho sempre arricciato il naso. Mi è poi capitato di mangiarlo a casa di altri e, con il parmigiano, l'ho trovato migliore del mio, più "completo".
Ora quando lo aggiungo mi trema sempre un po' la mano, ma mi sono convertita
O ancora, ho letto (non so più in quale blog) di bocconcini di parmigiano ricoperti di cioccolato fondente... che dire... sinceramente non mi verrebbe mai l'idea di provare ad abbinare questi due sapori ma le impressioni di chi aveva sperimantato erano talmente convincenti che sicuramente provero'.
Alla rovescia invece ricordo un post di qualche settimana fa sulle cozze ripiene con la mortadella, molti commentarono che era davvero una ciofeca, ma io, che ho vissuto molti anni a Genova, trovavo la cosa molto "normale" avendole sempre mangiate anche così.
Ma non è questo è il bello della cucina?
