da OrnellaO » 11/07/2007, 22:42
Scusa ho letto solo ora, è quella genovese che cercavi?
farinata genovese:
farina di ceci 400 grammi; un litro e mezzo d´acqua; mezzo bicchiere d´olio; sale e pepe.
per farcire: rosmarino, cipollina fresca, foglie di boragine, formaggio, salsiccia, rucola e pomodorini, prosciutto, bianchetti, quella coi carciofi, o con lo stracchino.....
Procedimento:
dopo aver posto in un recipiente la farina di ceci, aggiungere a poco a poco un litro e mezzo d´acqua, rimestando continuamente per non creare grumi. Aggiustare di sale e porre a riposare per almeno quattro ore. Togliere con un cucchiaio la schiuma che si sarà formata in superficie e mescolare con cura. Versare in una teglia mezzo bicchiere d´olio, cospargendolo bene su tutta la superficie. A questo punto rovesciare sopra il composto, rimestando in continuazione, finché non abbia assorbito interamente l´olio. Mettere la teglia in un forno già caldo superiore a 200° Appena sfornata, spolverizzatela di pepe oppure di foglioline fresche di rosmarino o anche di boragine o di cipolla tagliata finissima. Tagliatela a pezzi a forma di losanga direttamente nella teglia e servitela bollente.
Nota dei moderatori: quanto segue proviene da:
per cortesia, ricordatevi di citare sempre le fonti, altrimenti finite per farci litigare con il resto del mondo:grin:
In ambito di ceci, è quasi impossibile non identificare l'Italia con la Farinata. Senza nulla togliere al pilastro "pizza spaghetti", che troppo spesso stereotipo nega per riflesso ad altre specialità un sincero rapporto con la tradizione, la farinata è una forte abitudine gastronomica già descritta nell'epoca classica da lirici greci e latini. Rappresentava un surrogato del pane, a base di farine di segale, orzo e miglio ed era un cibo del popolo povero e nel Medioevo veniva comunemente mangiata con un trito di cipolle bagnate d'aceto forte, o con formaggio fresco.
Ma fette di farinata cosparse di pepe e servite caldissime, sono una specialità di cui i Liguri rivendicano la codificazione, ricordando se necessario che il territorio piemontese in cui si ritrova la bella calda un tipo di farinata solo più consistente, è appartenuto in gran parte e per molti secoli alla regione Liguria. Poco oltre i confini la farinata si ritrova a Carrara e nella Lunigiana come cecinao calda calda e nel capoluogo toscano col nome di farinata alla fiorentina, ma i Liguri sono pronti a provare che olio extravergine di olive liguri, acqua e quelle mani esperte fanno una differenza che non teme confronti.
Tanti i nomi: in provincia di Imperia è la frisciolata, a Ventimiglia socca, ad Alassio turta; versioni modificate mappano la regione: verso Ponente la farinata accoglie le borragini, il rosmarino o l'origano, tipica di Voltri la farinata coi gianchetti (bianchetti), di Albisola quella coi carciofi, con la salsiccia o con lo stracchino. Per la farinata con la zucca, Sestri Ponente; col prezzemolo tritato ad Alberga, ad Imperia con la cipollina fresca, mentre a Savona troviamo il turtellassu più croccante per l'uso della farina di frumento e ideale così sottile per accompagnare prosciutti, formaggio fresco e olive.
Nomi diversi o versioni modificate, la fainà rimane uno dei simboli gastronomici della Liguria e questo grazie all'importanza data lungo i secoli alla compenetrazione tra tradizione e attualità; Genova la capitale per eccellenza.
Si racconta poi che in epoca sconosciuta dei soldati, durante un assedio, avessero fatto uso dei loro scudi, come testi, per cuocere quell'impasto di farina di ceci, olio e acqua; nel settecento è invece un inno a esprimere che "Un dei cibi più graditi, che da noi furo inventati, per dar gusto alli palati, a me par la farinata".
Olindo Guerrini, poeta scapigliato, scrisse a Genova seduto ai tavoli della Trattoria Bedin di Ponticello "Farinata… senza Uberti" un sonetto che si rifaceva ai versi danteschi. A noi è arrivato su un pezzo di carta bisunta, trascritto dicono…
"Dante, mal festi quando, nei tuoi versi,
parlando d'Ugolin preso alla magra,
chiamasti quei di Genova "diversi
d'ogni costume e pien d'ogni magagna".
Or davvero essi son pel mondo spersi,
dall'uno all'altro polo, in Francia e in Spagna,
in America, in Cina, fra perversi
selvaggi e fra civili, e niun si lagna.
Dell'ingiusto giustizio or la più fina
vendetta sui tuoi canti hanno inventata,
e te la fanno sotto gli occhi aperti.
Tu celebrasti il grande degli Uberti
ed essi, in Ponticel, dalla Bedina,
celebrano ogni dì la Farinata"