da piero » 06/12/2008, 21:44
Questo piatto lo faceva mia nonna, e poi mia madre. E’ uno dei tanti ricordi dell’infanzia legato alle cose buone da mangiare. Ogni volta che mia mamma lo preparava mi sottolineava che bisognava dedicarci tanto tempo, e quel tempo lei non sempre ce l’aveva. Forse per questo me lo gustavo tanto...o forse perché è semplicemente squisito?
Oggi ho provato a rifarlo, basandomi sulla ricetta accuratamente custodita nella memoria di mia zia e ad un minimo di confidenza che mi sto prendendo con i fornelli. Il tempo me lo sono preso, e ho anche scoprto che alla fine non è neanche tanto per chi ha la passione della cucina.
E’ un piacere condividere con voi questa passione. Le cose belle, si sa, vanno condivise; mai tenerle chiuse gelosamente in un cassetto!
Forse qualcuno già conosce questo piatto, forse qualcun altro lo chiama diversamente e qualcun altro ancora non gli ha mai conferito l’importanza che gli ho sempre dato io...ma si sa, i bambini attribuiscono a tutte le emozioni un significato particolare, e per me questo piatto rappresenta un po’ il piatto della famiglia di mia madre.
Partiamo dal nome: Uova alla Monachina.
Le ho sempre chiamate così perché così le chiamava mia madre e così le chiamava mia nonna; non mi sono mai chiesto perché disturbare le monache proprio per un peccato di gola. E poi perché nel nome c’è la parola uova, quando queste crocchette non hanno assolutamente la forma di una frittata?
Pero’ questo nome, quando veniva pronunciato, richiamava inevitabilmente i sapori della mia infanzia, semplici, anche poveri, ma tanto deliziosi per un palato di bambino.
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Si parte la sera con 4 uova sode, che taglieremo a metà, le svuoteremo dei tuorli e taglieremo ancora a metà in modo da avere in tutto 16 spicchi della parte bianca.
Poi si prepara una besciamella con 50 gr di burro, fatto sciogliere dolcemente sul fuoco per poi mescolarlo con altrettanti grammi di farina, girando col cucchiaio quel tanto da far andar via i grumi, alzando appena la fiamma per conferirgli quel leggero croccantino e aggiungendo piano piano mezzo litro di latte, precedentemente scaldato. Appena la crema comincia a prender consistenza, togliamo dal fuoco.
Insaporiamo con tanto parmigiano grattugiato, le dosi sono a sensazione, al primo sguardo scoprirete sicuramente quelle giuste che fanno per voi; poi ci va della noce moscata, anche questa accuratamente grattugiata. Riprendiamo poi i tuorli sodi e li sbricioliamo dentro. Quindi pezzettini di prociutto cotto a volontà e 60-70 grammi di groviera tagliato a dadini piccoli piccoli. E’ bene fare tutte queste operazioni con la besciamella ancora calda.
Prendiamoci una pausa di riposo prima di prendere i 16 spicchi bianchi e di formarli insieme alla besciamella in altrettante pallottine ovali.
All’inizio non saranno perfette, ma non preoccupiamoci. Riponiamo tutto in frigorifero e andiamo a dormire tranquilli.
La mattina troveremo le nostre pallottine molto più facili da modellare; approfittiamone per dare loro una forma più canonica, prima di impanarle.
In una ciotola dai bordi alti sciogliamo della farina con dell’acqua, fino ad ottenere una pastella piuttosto densa.
Accanto predisponiamo un bel piatto grande pieno di pangrattato. Io ho usato una tortiera...
Immergiamo una per una le pallottine nella pastella e tiriamole fuori aiutandoci con delle apposite pinzone...
e facciamole poi rotolare allegramente nel pangrattato. Se la consistenza è quella giusta, potete fare il movimento come per arrotolarle: vedrete come verranno perfette.
A questo punto rimettiamo tutto in frigo fino all’ora di pranzo.
L’olio in cui le ho fritte era di arachidi (mia nonna sicuramente usava quello extravergine d’oliva); l’ho fatto arrivare a 175 gradi prima di immergere 4 pallottine per volta.
Da qui in poi è inutile andare avanti con le descrizioni, le dovete provate....
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"Suvvia, Pieruccio, ma tu per me sei un premio del destino, mica la fortunata vincita di un concorso"(Anita, 31.12.09)