Per quanto ne sappia (mi riferisco alla vinificazione) l'attività fermentativa dei lieviti è possibile in un range che va dai 10° ai 40. In questo intervallo l'intensità fermentativa raddoppia ogni 10 °C, è massima a 35 °C e diminuisce a 40°. In ogni caso al di sotto dei 10° l'attività metabolica di lieviti è inibita (i lieviti vanno in fase di latenza).
Tutto questo per dire che se un impasto lievitato ha una temperatura di 4°C (temperatura frigo) la fermentazione non avviene. Naturalmente l'impasto messo in frigo ha una temperatura di partenza ben più alta di quella del frigo (non l'ho mai contrallata ma a occhio direi che va sui 30 ° per un impasto molto lavorato e qundi sottoposto a energia meccanica, senza contare che la stessa attività fermentativa dei lievito fornisce calorie e riscalda di per se' l'impasto); per scendere al di sotto dei 10 °C impiega dunque del tempo (quanto non lo so ma sicuramente ore). In questa fase la fermentazione rallenta ma in ogni caso avviene. Raggiunto il valore di soglia 10° si blocca.
Tutto questo per dire che il valore di temperatura importante è quello dell'impasto non quello del frigo.
Se può tornare utile ricordo che anche nei processi di fermentazione alcolica il mantenere una temperatura di fermentazione bassa contribuisce ad aumentare l'intensità dei profumi del prodotto finito.
Insooma le basse temperatura rallentano le attività metaboliche dei lieviti ma migliorano i prodotti finiti.