Apro una discussione nuova perché non desidero “macchiare” il post di Lionello sulla cena che abbiamo preparato. Non ho bisogno di ringraziare Lionello; lui sa che senza di lui non avremmo fatto molte di quelle cose. Devo invece ringraziare tutti quelli, tra voi, che hanno espresso apprezzamento. E spiegare, credo ve lo aspettiate, il motivo di quella che Teresa definisce “la perdurante assenza di Gic”. Niente di strano: si tratta della mancata condivisione della linea editoriale assunta dal forum da un paio di mesi. Avevo un’altra idea del forum e mi son trovato a non condividere il proliferare improvviso del concetto che “la passione sostituisce qualunque cosa”… con tutto quel che ne consegue in termini di “abbondanza” di proposte culinarie. Certo, ognuno cucina con quel che ha; ma il compito che avevo accettato assumendo la moderazione prevedeva, nella mia idea del forum, una più rigida selezione del materiale postato, sulla base dei disclaimer che, vedo, sono ancora in testa ai forum tematici. Andateli a vedere, per favore, e ditemi se non sono ormai superatissimi dai fatti. Perché, a un certo punto, si è preferito allargare la base dei frequentatori aprendo il ventaglio delle “ammissibilità”. Non mi interessa fare l’elenco delle tappe di questa deriva, non serve a nessuno ed ingenera solo polemica fine a se stessa. L’idea che ho del forum è nella stringatissima domanda di Barbara*: “posso sapere… uno stinco di vitello… quanto pesa? ”
C’è curiosità, si legge voglia di condivisione, nessun profluvio di faccine… merita la risposta.
Che è questa:
Stinco di Vitello al Forno
Ingredienti:
Stinco di vitello (geretto posteriore), intero, intorno ai 6 kg
Cipolla e sale marino fine
Olio EVO e burro fresco
2 carote
2 cipolle ramate medie
2 coste di sedano
6 denti d’aglio
12 bacche di ginepro
2 rametti di rosmarino
4 rametti di timo
10 foglie di salvia
alcuni grani di pepe nero
250 ml di vino bianco secco
50 ml di olio EVO
mezzo litro di brodo di carne
Esecuzione:
Lo stinco va lavato in acqua corrente, a filo, per almeno un’ora per eliminare le tracce di sangue; poi va asciugato tamponandolo con teli puliti ed infine, avvolto in un telo, va fatto frollare in frigo per 2 giorni.
La preparazione vera e propria (che va iniziata dopo che il tocco di carne è stato riportato a temperatura ambiente togliendolo dal frigorifero almeno 6 ore prima) inizia dall’asportazione dell’ultima articolazione; fatto questo si procede a staccare la carne dall’osso nella zona vicina all’articolazione rimossa e infine si procede ad un prolungato massaggio dello stinco con sale marino fine. Questo massaggio va fatto con una cipolla alla quale si asporta la calotta inferiore e che, man mano che si massaggia, viene ripulita dalla parte che va a contatto col sale e con la carne mediante ulteriori asportazioni della polpa. Il forno sarà già stato portato ad una temperatura di 200 °C; sporcati le mani con una miscela di burro ed olio EVO e ungi tutta la superficie dello stinco, compreso l’osso scoperto che poi ricoprirai con doppio foglio di alluminio, per impedire che bruci; ora inizia introducendo lo stinco, che nella prima fase di cottura sarà poggiato su una gratella posta all’interno della leccarda. Questa prima fase serve a sigillare col calore il pezzo di carne: dopo 15 minuti giralo e prosegui la cottura per altri 15 minuti, stavolta, però, girandolo spesso (3-4 volte...). Nel frattempo pesta ginepro e pepe nero, schiaccia l’aglio vestito, taglia a pezzi anche grossi carota, cipolla e sedano. Estrai lo stinco dal forno, togli la gratella ed appoggialo direttamente sulla leccarda; spargici sopra la miscela di verdure, aglio, ginepro e pepe nero, aggiungici gli aghi del rosmarino, i rametti di timo e le foglie di salvia spezzate a mano, bagna con un filo di olio EVO e rimetti nel forno che avrai portato a 160 °C. 15 minuti di cottura e, appena il condimento sarà leggermente appassito, bagna col vino bianco e metti in funzione il timer per 2 ore. In queste due ore di cottura a 160 °C bisognerà girare il pezzo di carne ogni mezz’ora, bagnandolo con i succhi del fondo e con brodo di carne caldo per mantenere il pezzo sempre umido. Riporta il forno a 200 °C per gli ultimi 30 minuti di cottura. Lo stinco è pronto quando la temperatura interna raggiunge i 72 °C. Toglilo dalla leccarda e ponilo a riposare coperto da un foglio di allumino solo per il tempo necessario a deglassare il fondo di cottura con vino bianco, frullarlo nel mixer e passarlo al cinese per ricavarne una salsa, da diluire eventualmente con poco brodo di carne caldo, con cui nappare le fette che servirai dopo lo scalco. Che si fa in tavola, of course, tenendo lo stinco per l’osso ed affettando perpendicolarmente. Sull’arte dello scalco ci vorrebbe una lezione apposta ma, essendo questo un piatto per amatori non ho alcun dubbio che chi voglia cimentarsi sappia anche come fare…
Per ultimo, in generale, tre cose: non ci si deve lasciar spaventare dai 6 kg iniziali… quel che c’è da consumare sono, alla fine, circa 2,3 kg ; quindi la preparazione va bene per una tavola di 8-10 commensali. Bisogna poi precisare che è, principalmente, una ricetta della cucina triestina ma abbastanza diffusa, dopotutto, in molte altre parti d’Italia. Ed infine ringraziare un certo Roberto Dante per la ispirata sollecitazione…
Un abbraccio a tutte le persone che stimo.
Giampiero