La Pasqua palermitana impone le pecorelle di pasta di mandorle(di cui si è già ampiamente parlato, qui), che erano il regalo tradizionale per i bambini...l'uovo di cioccolato è arrivato negli anni '60, prima erano solo pecorelle.
Anche da noi, come vedo in altre regioni del Sud, c'era l'uso delle "cassatelle di Pasqua"***, pasta simile a quella delle chiacchiere, foggiata a cerchietti o mezzelune e ripiena di crema di ricotta con cannella e/o pezzetti di cioccolata e dei "pupi con l'uovo", biscottoni all'ammoniaca, di varie forme, con l'uovo sodo in mezzo, generalmente glassati.
Il pranzo prevedeva una strage di capretti, cucinati arrosto, al forno con patate e formaggio o in umido(e il condimento serviva anche per la pasta), la frittella di favette fresche, carciofi, pisellini novelli e cipolline nuove e la cassata e i cannoli per dessert.
Oggi la cassata c'è tutto l'anno, tranne che in estate, ma prima si faceva soprattutto per Pasqua.
Il giorno di Pasquetta c'era la gita in campagna, anche perchè fuori città esisteva ancora una campagna là dove oggi è tutto cemento.
Si mangiava pasta al forno, uova sode con la lattuga "con l'uovo", cioè con le foglie interne chiuse ancora a bocciolo, fave e primosale o pecorino fresco, carciofi fritti, sarde e sgombri alla brace, se c'era bel tempo e si poteva accendere il fuoco, oppure involtini e "stigghiola".
Se la Pasqua cadeva tardi e c'era già caldo, i baldi giovani facevano il primo bagno al mare, altrimenti si rimandava al primo di maggio.
Le fanciulle anni '50, per Pasqua conservavano gli abiti scuri e mettevano vestiti chiari(gialli, bianchi e blu) e scarpe e borse bianche

poi, per fortuna, gli anni '60 hanno eliminato questa abitudine

***c'è un proverbio che dice "cu' n'appi, n'appi, cassateddi 'i Pasqua", che è un po' l'equivalente del "chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato..."

...... anita...............................
te ne stai seduta sulla punta ricurva della luna, in quieta meditazione... hai tutto il tempo...