Spesso quando si parla di “Zuppa di Cozze” ci si immagina un piatto pieno di gusci neri, immerso in una brodaglia d’acqua salata.
La Zuppa di Cozze Napoletana non è così.
La Zuppa di Cozze Napoletana è lo scoglio di mare tutto in un piatto.
La Zuppa di Cozze Napoletana me l’ha .
La Zuppa di Cozze Napoletana l’abbiamo mangiata al ristorante “a figlia do marenaro” (in via Foria 180, Napoli), dove ci ha portati Michele, il figlio di Antonia.
Mentre la gustavamo, Paoletta mi ha chiesto di .
Mi sembra doveroso riportare anche qui la nostra esperienza gustativa.
Il piatto si compone così: sulla base troviamo uno strato di freselle ammorbidite con un misto acqua di polpo e acqua di cozze ed esaltate da abbondante olio piccate al concentrato di pomodoro.
Sopra poi ci va una generosa manciata di pezzi di polpo verace, inframezzati dalle lumachelle di mare, e impreziositi con la presenza di un fasolaro.
E infine ci sono loro, le regine del piatto: sapientemente scottate per non far perder morbidezza al frutto che racchiudono, le cozze appaiono imperiali, quasi invadenti, con quell’inconfondibile contrasto nero-arancio unico nella cucina.
Infine, l’ultimo giro di olio piccante per ricordare che qui i palati non hanno paura di bruciarsi.
Da “a figlia do marenaro” l’abbiamo ordinata tutti, a colpo sicuro, saggiamente condotti ed edotti da Antonia e Michele, i nostri accompagnatori DOC.
Il piatto va servito rigorosamente caldo, ed è per questo che nel brevissimo tratto tra i fornelli e il tavolo, viene accuratamente coperto per non disperderne né il calore né il profumo.
Una volta scoperto, resistete dalla tentazione di afferrare subito la prima cozza; godetevi piuttosto la prima ventata di aromi che vi avvolgeranno se avrete l’accortezza di avvicinarvi al piatto: io, personalmente, mi ci sono inchinato come in un rituale reverenziale.
Da ora in poi le parole non esistono.
Lasciatevi emozionare dai sapori e mangiate in rigoroso silenzio.
L’unico fiato consentito è uno spudorato ma sempre discreto mugolio di godimento.
Chi era seduto vicino a me lo ha sentito…vero Paole’?