Ad ogni modo, spero vi faccia sapere conoscere una ricetta tipica della tradizione materana che si prepara il 1°agosto.
Ora copio ed incollo ciò che ho scritto sul mio blog riguardo questa ricetta e le sue origini.
Si tratta di una ricetta secolare, legata alla tradizione contadina materana e alla terra. E’ una ricetta che rispecchia l’amore che i contadini materani nutrivano nei confronti della propria terra e che racconta le abitudini del “vicinato”, una realtà che, purtroppo, noi giovani non abbiamo mai vissuto. Il 1°agosto, infatti, si festeggiava la fine del raccolto e, per celebrare l’abbondanza dell’annata, tutte le donne del vicinato portavano una manciata di grano e di legumi, vera ricchezza delle famiglie materane di poco più di mezzo secolo fà. Tutti i legumi, poi, venivano cotti in un grande pentolone e venivano poi serviti a tutti gli abitanti del vicinato. Era un’occasione molto attesa e sentita anche perché la zuppa di legumi era accompagnata da dell’ottimo vino rosso.
Ora la crapiata qui a Matera si fa ancora il 1° agosto nel borgo La Martella, dove annualmente si cuociono quintali di legumi per sfamare tutti i partecipanti…
Ho cercato anche informazioni sull’origine del nome “crapiata” e qui ho trovato le mie risposte. Non c’è un’etimologia certa ma ce ne sono tante “possibili”:
- dal latino crepula, ossia “”ubriachezza”: durante la festa, infatti si beveva molto;
- da crapa, ovvero “capra”: la domenica successiva alla festa, infatti, si usava scuoiare e mangiare una capra;
- da cràpia, termine calabrese che si usava per indicare il treppiede su cui si poggiava il pentolone in cui si cuocevano i legumi;
- da crampa o cramba, in greco krambe, che è la pianta di ceci o di fave o di piselli
Ma…bando alle ciance…passiamo alla ricetta!
LA CRAPIATA – “LA CRAPIET”
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Premessa: non avevo idea del numero di persone che avrebbero assaggiato la mia crapiata, molti erano scettici… Pertanto, ho messo tutti i legumi che avevo a disposizione….e vi posso dire che con questo quantitativo di legumi hanno mangiato 10 persone!
Ingredienti:
100 gr di grano
100 gr di farro
100 gr di fave secche con la buccia
100 gr di cicerchie
100 gr di ceci bianchi
100 gr di lenticchie
100 gr di Fagioli di Sarconi “verdolino”
50 gr di piselli secchi
500 gr di patate novelle
4 gambi di sedano
2 cipolla
3 carote piccole e saporite
qualche pomodorino ciliegina
olio extravergine d’oliva e sale q.b.
Procedimento:
Mettete in ammollo tutti i legumi in acqua fredda il giorno precedente (in tutto 24h). Il giorno seguente, mettete in pentola tutti i legumi e le patate novelle senza sbucciarle (ma lavatele per bene!): quella buccia sottilissima è deliziosa! Aggiungete l’acqua fino a superare di due dita il livello dei legumi e fate cuocere il tutto a fuoco lento. A metà cottura aggiungete le carotine, la cipolla, l’aglio, il sedano e i pomodorini ciliegina. Una volta terminata la cottura (a me ci son voluti 90 minuti) versare un filo d’olio extravergine d’oliva e servire nelle terrine. Ovviamente, servite con del pane di Matera!