Pillonis de taccula (Grive al mirto)
Con l'incalzare dell'autunno milioni di merli e tordi da diverse regioni d'Europa si riversano in Sardegna per svernare e cogliere in questa terra il saporito pascolo di bacche di lentischio, di mirtilli, di frutta tardiva e soprattutto olive. Nel passato i Sardi cacciavano questi volatili per cucinare in diversi modi, ma preferibilmente a tacculas, lessati nell'acqua salata con foglie e frutti di
mirto, ben insaporiti a freddo e infilzati, in numero di otto, per costituire
appunto una "taccula".
Come si catturano
L'uccellagione è una pratica che a Capoterra ha una grande tradizione, ed anche se l'utilizzo di lacci e reti per la cattura degli uccelli sia attualmente vietata, esistono ancor oggi cacciatori che si dedicano principalmente a questa atttività.Come detto, per catturare gli uccelli vengono utilizzati i lacci e le reti. I lacci vengono realizzati utilizzando crini di cavallo e si dividono in due categorie: i "lacci di terra" ed i "lacci di pianta".I "lacci di terra" vengono posizionati in terra, viene mesa un'esca (una bacca), per attirare il volatile, il capio viene messo in modo tale che, quando l'uccello arriva per mangiare la baca infili la testa nel capio.I "lacci di pianta" invece vengono posizionati tra i rami delle piante accuratamente scelte dai cacciatori. Non vengono utilizzate esche in quanto la trappola viene preparata per gli uccelli che cercano riparo tra i rami.In aggiunta allacci vengono utilizzate le reti.Queste vengono fissate a due pali, in modo da catturare più uccelli possibili al passaggio di uno stormo.Una volta catturate, le grive vengono spennate e tenute in acqua fredda per alcune ore, quindi lessate in acqua salata e cosparse di sale.A questo punto si formano gruppi di 8 uccelli , che costituiscono la cosiddetta "taccua". Ogni "taccua" viene "ornata" con foglie di mirto prima di essere venduta.
Preparazione:
[b]Per realizzare una taccula occorrono otto tordi, o merli sale e mirto.I tordi e merli vengono spennati lo stesso giorno della cattura, badando a non lacerarne la pelle e bruciando in una fiamma leggera le piume che restano attaccate. Quindi si mettono a lessare in una grande caldaia al fuoco vivo, per circa un ora, in acqua bollente insaporita da foglie di mirto abbondantemente salata. [/b]Terminata la cottura, quando ancora i tordi sono molto caldi, salarli nuovamente e lasciati raffreddare all'aria, poi si pressano con altri teneri rametti di mirto, in modo da farne assorbire tutto l'intenso profumo. Ora per ottenere il cosiddetto mazzo di grive, si devono legare i tordi fra loro con una particolare tecnica, che consiste, nell'infilare un sottile rametto di mirto nel becco d'ogni uccello, alternandoli, uno con il dorso rivolto verso il basso, e l'altro verso l'alto.Chiudiamo il rametto di mirto attorcigliando le due estremità.Cospargere con foglie di mirto un piatto da portata e sistematevi sopra il mazzo di grive, in modo che i tordi siano l'uno di fronte all'altro, ricoprite totalmente gli uccelli con foglie di mirto.Aspettate alcune ore prima di servirle, affinché le grive prendano il sapore del mirto. C'è anche chi confeziona le grive arrosto allo spiedo, alternando un uccelletto con una sottile fetta di lardo, di pane casereccio e di altri ingredienti secondo i gusti.
QUALCUNO MI PUÓ DIRE SE DOPO ESSERE SPENNATI I TORDI DEBBONO ESSERE SVUOTATI DALLE VISCERE O LASCIATI COME SONO.
MI FA SORGERE NQUESTO DUBBIO IL FATTO CHE SI RACCOMANDA DI NON ROMPERE LA PELLE E CIÓ AVVERREBBE SE SI DOVESSE APRIRE IL VENTRE PER TOGLIERE LE VISCERE.
GRAZIE. UN SALUTO