Mi chiedo: perché dimenticarsi di questi prodotti da forno davvero ottimi se fatti bene?
Questione culturale? … Francamente anche io quando metto le mani nella farina sono poco stimolato a preparare dei grissini.
Insomma cerchiamo di recuperare la tradizione italiana! Il grissino l’abbiamo inventato noi a Torino no?! Mesi fa avevamo provato in Laboratorio a preparare i Rubatà, ma non li avevo mai mangiati.
Poi la gita a Torino. Davvero buoni di Rubatà!!! E soprattutto, durano diversi giorni se conseravati al riparo dall’aria!
Ecco un paio di foto:


Nel forum diverse persone si sono lamentate che i grissini, prodotti con le ricette postate, diventano di marmo il secondo giorno. Ho voluto provare con la ricetta di Hamelman. Li ho fatti ieri, e oggi sono ancora buoni, speriamo che durino!
Per farli durare, dalle prove che ho fatto con diverse ricette, bisogna comunque cuocerli sinchè ben dorati. Non ho ancora capito quanto sia influente la percentuale di grasso. Probabilmente aiuta, ma a Torino ho anche preso grissini “all’acqua” (senza grassi) che, come dicevo, sono durati quasi una settimana.
Questi provati da Hamelmann hanno una percentuale di grassi, tra olio e burro, del 22%. Mica poco!

Ecco le dosi esatte.
300 gr farina 0
155 gr acqua
35 gr olio extravergine di oliva
30 gr burro
5 gr di sale
9 gr lievito di birra fresco
opzionale – semi che preferite (io ho usato 3 gr di semi di nigella)

L’impasto va fatto riposare un’ora.
Poi va steso a rettangolo da cui si ricavano tanti bastoncini che poi si “stirano” sulla teglia.

Prima si possono passare nella semola per renderli più rustici (i Rubatà che ho provato mi sa che avevano il mais).

Cottura a 200° sinché ben dorati.
Buoni!