Che gennarino.org ha deciso di schierarsi per la pesca, ma dalla parte giusta.
Ve lo racconto con le parole di vincenzo pagano, da scattidigusto.
scattidigusto.it, gennarino.org, tzatzikiacolazione.blogspot.com, lost-in-kitchen.blogspot.com, hanno deciso di lanciare la campagna di sensibilizzazione gastronomica Fatti pescare dalla parte giusta! Scegli la legalità. Una battaglia a favore del rispetto del mare attraverso l’applicazione del Regolamento Mediterraneo CE n.1967/2006 del 21 dicembre 2006 entrato in vigore il 1 giugno 2010 dopo un (lungo) periodo di transizione e di deroga.
Abbiamo aperto anche una pagina su Facebook che speriamo raccoglierà i contributi degli appassionati di gastronomia, degli chef e degli operatori del settore.
La battaglia per la tutela del sistema marino non dovrebbe incontrare molti scettici. Lo stato di desertificazione del Mare Mediterraneo è sotto gli occhi di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di fare qualche bagno con pinne e maschere una ventina di anni fa. E già allora la situazione appariva compromessa a causa anche dell’inquinamento delle acque costiere che aveva raggiunto massimi storici già alla fine degli anni ‘70. Maria Damanaki, commissaria per gli affari marittimi e la pesca, per controbattere il fracasso delle proteste, ha dovuto ribadire l’allarme per la situazione di numerosi stock ittici del Mediterraneo. Lo ha ripetuto l’8 giugno 2010 dopo che la relazione UE sul futuro della pesca (pubblicato il 23 aprile 2009) aveva fatto comprendere che la politica comune della pesca (PCP) dello 2002, in teoria valida fino al 2012, era diventata inadeguata. Ma la situazione era troppo precaria per aspettare la scadenza naturale di tale data.
“L’88% degli stock ittici soffre infatti già di un eccessivo sfruttamento, mentre a livello mondiale la percentuale è del 25%. Quasi un pesce su tre non può riprodursi normalmente a causa dell’assottigliamento della sua specie. Nel Mare del Nord, ad esempio, il 90% dei merluzzi viene catturato prima della stagione riproduttiva. Ciò spiega perché l’Europa, che dispone della più grande industria ittica dopo la Cina, è ora costretta ad importare due terzi del suo pesce. Il problema principale è che ci sono ancora troppi pescherecci e troppi pochi pesci. La flotta europea, composta da circa 88 000 pescherecci di differenti misure e capacità, si è ridimensionata negli ultimi anni, ma questa riduzione è servita a poco, poiché il progresso tecnologico ne ha aumentato l’efficienza. Sono necessari tagli più incisivi per ripristinare gli stock e garantire la sostenibilità economica del settore. Le proteste non sono solo dei pescatori italiani. I Francesi avevano bloccato i porti della Manica a causa delle sogliole e dei merluzzi”.
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Tradotto, non solo mangiamo tutto, ma stiamo mangiando anche il futuro del mare e la possibilità che alcune specie riescano a sopravvivere alla nostra fame di tradizioni. Ecco il motivo di una campagna di sensibilizzazione per evitare il bracconaggio di specie sull’orlo dell’estinzione che non può chiamare a difesa quello che si è cucinato fino all’altro giorno.
da:
http://www.scattidigusto.it/2010/06/09/ ... -anche-tu/