Be', che dire, come tutte le ricette di gennarino, anche questa è una favola, grazie Gic!

La riscrivo sotto come l'originale, e con le piccole modifiche, ecc. copio/incollo dal mio blog, scusate, dove in effetti ho riscritto tutto, riassunto, ricetta modificata leggermente, considerazioni e consigli

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MACCU DI FAVE SECCHE E FINOCCHIETTO
Ingredienti (per due persone):
Fave secche decorticate, 200 gr.
Finocchietto selvatico, 1 mazzo
Cipollotti freschi, 2
Olio Extravergine di Oliva
Esecuzione:
La sera prima mettere a bagno le fave in acqua fredda. Al mattino sciacquarle bene e cuocere coperte a fuoco basso fino a cottura completa.
Pulire il finocchietto separando le cime dal resto. In una pentola portare a bollore 1 litro d'acqua e cuocervi, per 5/10 minuti, il finocchietto, ad eccezione delle cime.
In una casseruola far soffriggere un poco, in olio EVO, uno dei due cipollotti e aggiungere le fave scolate. Far rosolare per una decina di minuti e poi coprire a filo con l'acqua della bollitura del finocchietto.
Lasciar cuocere a fuoco lento sorvegliando che non si asciughi troppo (aggiungere altro brodo di finocchietto se necessario) e quando le fave cominciano ad essere tenere, aggiungere la metà del finocchietto lessato e iniziare a "maccare" col dorso di un cucchiaio di legno, aggiungendo sempre acqua di cottura del finocchietto.
Alla fine si deve ottenere un poltiglia semiliquida, quasi del tutto ridotta in purea. Spegnere e lasciar riposare un poco, il tempo che diventi tiepida.
Lessare in acqua le cime del finocchietto, scolarle e metterle da parte.
Rimettere al fuoco la pignatta col macco (che nel frattempo si sarà asciugato e indurito) e aggiungere la poca acqua della seconda cottura del finocchietto allentarne un poco la consistenza e salare.
A questo punto, Sica - Carlo Sichel - consiglia:
Per ingentilirla nella consistenza e farla diventare leggerissima, basta dargli un colpo di frullatore ad immersione.
Versare nelle fondine. Decorare il centro con le cime di finocchietto e anelli di cipollotto. Irrorare il piatto con un filo di olio extravergine e servire tiepido.
Carlo Sichel consiglia: in una cena raffinata sostituirebbe un'entrata, al posto di una vellutata o una crema.
Considerazioni mie: l'ho trovato assolutamente delizioso, anche da mangiare così, tiepido solo o accompagnato con crostini di pane abbrustoliti.
da U Maccu di Carmelo Maiorca http://www.agrirape.it/it/main/maccu.html
Nel Vocabolario Siciliano-Italiano di Antonino Traina del 1868, il termine maccu sta ad indicare “vivanda grossa di fave sgusciate, cotte in acqua e ridotte come in pasta”. Significato analogo all’italiano macco, successivamente e genericamente esteso a “minestra stracotta” e “poltiglia”. La zuppa o polenta di fave bollite è un cibo antico...
... il macco è stato tradizionalmente un cibo di poveri: fave secche lasciate per una notte intera dentro una pentola in acqua poco salata e, dopo averle fatte cuocere, ammaccate con una forchetta in modo da ridurle a purea. Si aggiungeva appena un filo d’olio e si mangiava.