
Le Nepitelle (o nepiteddhi) sono dolci tradizionali delle Provincie di Catanzaro e di Crotone il cui nome deriva dal termine latino nepitedum, dialettale nepitedu, che significa orlo e palpebre degli ochi. La forma di questi dolci ricorda infatti quella di un occhio chiuso. Sono dolcetti di origine araba: il periodo di lavorazione tradizionale è quello pasquale, ma
ormai vengono prodotte anche in diversi periodi dell'anno, e non è raro trovare varianti sul loro ripieno. Spesso, infatti, il vino cotto viene sostituito con marmellata e i fichi secchi non vengono utilizzati (come nel caso di quelle fotografate). Le scorze di agrumi sono, in genere, quelle di cedro o arancia.
Per la sfoglia, si prepara una pasta frolla povera (a base di strutto e non di burro e senza uova) che viene stesa non troppo sottile. Da questa, vengono ritagliati i dischi, di 6-8 cm di diametro, che vengono poi colmati di ripieno. Questo, è preparato con uvetta sultanina ammollata in acqua tiepida e noci , mandorle e fichi tritati grossolanamente. Il tutto viene poi mescolato a vin cotto piuttosto ristretto, alle scorze di agrumi e addolcito con un po’ di miele. La cottura tradizionale e’, ovviamente, in forno a legna (ma anche nel forno di casa verranno benissimo).

Gli stessi ingredienti sono alla base della pitta m’pigliata (al centro della foto). La pasta viene stesa, in questo caso, in modo piu’ sottile. Vengono poi ricavate delle strisce piuttosto lunghe su cui viene spalmato un ripieno simile a quello dei nepiteddi. La pasta viene poi arrotolata su se’ stessa in modo da formare una spirale e cotta in forno.