Tropea: mare, cultura e gastronomia mediterranei
Mostarda di fichi d'India(di Giampiero)



Il "mosto muto" è il mosto d'uva al quale viene inibita la fermentazione attraverso un procedimento che consiste nel portarlo a bollore per 10 minuti, farlo intiepidire fino a 40°C, aggiungervi il 10% della quantità di cenere (possibilmente di sarmenti, i rami della vite dell'anno precedente, seccati ovvio...) per illimpidirlo.
Dal momento dell'aggiunta della cenere devono passare 24 ore di assoluto riposo (con la cenere dentro!) prima di usarlo. Nel caso della "mustàta di ficurìnia" tale procedimento non è necessario, si usa il succo ottenuto per percolazione e torchiatura della polpa bollita per 15 minuti.
Al posto dell'amido di frumento di può usare semola o farina 00, in proporzioni pressoché uguali a quelle di amido, ottenendo prodotti leggermente meno fini ('a mustàta 'i simmula, mustàta 'i farina mentre quella qui descritta è la "mustàta d'amitu").



Ingredienti:
8 litri di "mostu mutu"
800 gr di amido di frumento
Mandorle intere, tostate (quantità a piacere, non superare il kg, però...)
scorze di arancia candite (quantità a piacere...)
cannella, 3 stecche ridotte in polvere



Procedimento:
Mettere sul fuoco 7 litri di mosto muto e riscaldare fino a 70°C circa; aggiungervi il litro rimanente nel quale si è sciolta (ben bene, mi raccomando!) la dose di amido e portare all'ebbollizione che va mantenuta, mescolando in continuazione, fino a quando il composto assume una consistenza cremosa. A questo punto aggiungere le mandorle intere tostate in forno, le scorze di arancia candite fatte rinvenire nel rum e la cannella polverizzata. Mescolare bene e versare il tutto nelle formine che poi vanno messe al sole per una quindicina di giorni. Dopo il terzo giorno la mostarda può essere tolta dai contenitori e l'asciugatura può continuare, con l'avvertenza di rigirarle ogni tanto e ritirarle in casa la sera. questo per la mostarda d'uva. La mostarda di ficodindia ha un sapore più dolciastro e qui viene considerata di minor pregio; il procedimento, tuttavia, è lo stesso anche se non vi vengono aggiunte, in genere, mandorle, arancio e cannella.

Naturalmente, con le opportune correzioni, si può fare per quantità minori di liquido base!

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Giampiero


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