Un mojito? Si', ma alla Boteguita...
El mejor mojito de Cuba
(di Raimondo)



Niente e' uguale a quello che tu immagini, a quello che sogni. Quello che i tuoi occhi vedono e' sempre diverso. E' la tua realta'. Bella o brutta che sia.
Diversa da quella degli altri. Ed e' giusto che sia cosi'. Immaginavo un paese in ginocchio. Quarantudue anni di embargo totale non sono uno scherzo.
Immaginavo un paese militarizzato, con la paura negli occhi della gente. Quarantadue anni di dittatura non sono pochi.
Ho trovato un paese che vive dignitosamente, molto di piu' di quei paesi latino americani in cui gli aiuti statunitensi sono stati 'forti' e 'massici'.
Non ho visto ninos de rua, laceri e mendicanti. Ho visto bambini, tutti i bambini andare la mattina a scuola, tutti uguali, i colori a distinguerli. Rosso bordo' per i piccolini, ocra per i grandicelli, blu per i grandi.

I colori. Non sono come te li immagini. Sono qualcosa di piu'.

L'azzurro.
Le case. Piccole case. Di mattoni. Con le sedie a dondolo davanti alla porta, sempre aperta. Il cielo, cosi' basso da schiacciarti la testa che di notte si colora di mille stelle, tante che non puoi non stare con la testa all'insu'. Le tre stelle in fila di Orione. Le Pleiadi in lontananza e tante altre sconosciute.

Il Marrone.
Profumo inebriante dei sigari, tutti fatti a mano, tutti buoni, anche quelli che fumano loro, solo loro. Che costano venti un dollaro. Non sono roba da turisti. Che sono tutti uguali e tutti dello stesso colore non li compro.

Il rosso delle magliette del Che. L'emozione di tante tombe, quella della sua brigada, tutte uguali, una sola piccola stella ad illuminare la sua presenza. E neanche l'ombra di un "mercante davanti al tempio".

Il Verde. Intenso quello della natura bellissima. Fatta di palme reali e piantagioni. Tante. Banani, caffe', tabacco, ad accompagnarti per quasi tutti i mille e piu' kilometri dell'isola.

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Smeraldo quello del mare.

Dolce quello del mojito.

Niente e' mai lo stesso.

Tu dici. Vabbe'. Che ci vuole a fare un mojito.
Basta prendere dello zucchero di canna, bianco, granuloso, del succo di un mezzo lime e dell'acqua frizzante. Li metti assieme. Li mescoli appena. Butti nel bicchiere un bel rametto di yerba buena (mentuccia). Ci versi su qualche bel cubettone di ghiaccio, del ron blanco e voila'. Si! pare facile. Tu cosi' te lo aspettavi. Ma ognuno, a Cuba, il mojito lo vede a modo suo.
Quindici giorni di viaggio. Il tempo per assaggiarne tanti e tutti diversi.

Non andate all'Havana Club. Li e' d'obbligo un bel siete anos. Un ron della casa. Oddio, anche col ron vanno un po' al risparmio. E lo si vede nel mojito. Poco, troppo poco. Quasi niente. Meglio il locale vicino. Dos hermanos. I due fratelli. Entri. Ma quello l'ho gia' visto. Ieri sera suonava di la' la chitarra. Mo' suona il basso. Sara' uno dei dos hermanos. Qua il ron abbonda, ma la menta. Contata. Quattro foglioline striminzite appese ad un rametto quasi invisibile.

La Bodeguita. Il piu' caro. Ma buono. I bicchieri gia' preparati sul bancone. La miscela gia' pronta. Un bel rametto dentro. Basta mettere il ghiaccio e il ron. Beh! Uno dei migliori. Sara' che star li' ti pare di essere Hemingway. Sara' la foto di Maradona. Ma ti sembra buono.

Ma niente a confronto del barman di quel pomeriggio sulla spiaggia di Guardalavaca. Ti vede. Ti dice. Prendi un mojito. Il mio es el mejor de Cuba. Si vabbuo'. M'hanno gia' fatto fesso. Mo' arrivi tu tomo tomo. Vabbuo' fammi vede'.

Allora lui prende tante belle foglioline di menta, le spezzetta con le mani. Le butta dentro un bel bicchierone di vetro. Ci aggiunge tutto il succo di un lime. Fino all'ultima goccia. Un po' di ghiaccio triturato; un po', ma poco zucchero di canna e della soda. Li mescola. Li pesta. Li stravolge con tutto l'amore che uno ci puo' mettere. Sta li' un bel po'. Mi guarda come a dire. Guarda mo' che ti combino.

Quando si sente soddisfatto si ferma. Toglie ad una ad una cio' che resta delle foglioline di yerba. L'intruglio e' colore del mare di fronte. Smeraldo.

Prende un nuovo rametto, e lo adagia nel bicchierone. Tre cubetti di ghiaccio. Solo tre. E tanto ron. Tu lo vedi scendere e ti dirai. Si fermera' prima o poi. Solo sull'orlo del bicchiere. E con un gran sorriso, soddisfatto, ti sfida. Dimmi mo' se non e' il migliore.

Ha ragione lui.







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