Tradizioni pasquali

Sullo spunto di un analogo post natalizio... perchè non parliamo delle tradizioni culinarie legate a questo periodo?
Mi è venuta in mente pensando alle tradizioni del mio territorio, i nostri dolci sono tutti poveri, poverissimi, di una semplicità disarmante e soprattutto sono dei "bastardi"; qui al confine della provincia non abbiamo un'identità ben precisa, abbiamo cambiato spesso padrone così abbiamo qualcosa del fiorentino, qualcosa del pisano, qualcosaltro addirittura del livornese o del lucchese...
Sicuramente caratterizza questo periodo l'immancabile Schiacciata di Pasqua (mi duole dirlo, ma questa l'abbiamo copiata ai pisani o comunque da quelle parti lì
), che "schiacciata" non è: per farvi capire l'aspetto è una lontana parente del panbrioche, ma dalla constenza più rustica, dolce, ricca di uova, rotonda, profumata dai semi di anice e dai rosoli.... adesso si mangia anche durante la Quaresima (eh... non c'è più religione?), ma molti anni fa era riservata esclusivamente la giorno di Pasqua, guai a chi la "incignava" prima! Al massimo il sabato era concesso mangiare gli avanzi di pasta cotti a parte, giusto per soddisfare la golosità dei bambini. Questa va fatta in casa, perchè da queste parti i fornai di zona (non tutti ma quasi) si sono dimenticati il suo sapore e la sua consistenza, oggi propongono una sorta di panettone dal vago sapore di anice, "liscio e gentile", niente a che fare con quella che preparavano le nostre nonne una volta, gialla e saporita, di consistenza. E' ottima, oltre che mangiata da sola, inzuppata nel Vinsanto, o accompagnata da un pezzo di cioccolata fondente....
Un biscotto tipico del mio paese, cugino degli zuccherini montanari, è lo Zuccherino, a forma di ciambella del diametro di circa 15-20cm; l'impasto, arricchito dai semi di anice, è simile a quello dei cantuccini: solo farina uova e zucchero; proprio l'alta quantità di zucchero lo rende dolce e croccante e si conserva per settimane (in origine venivano preparati nel periodo di carnevale e si conservavano per tutta la Quaresima).
Quello a cui mi sono scoperta più affezionata è però il Pandiramerino, che abbiamo scopiazzato ai fiorentini, con olio rosmarino e zibibbo. Questo pane viene preparato il Giovedì Santo, e venduto per strada la sera, davanti alle chiese. In realtà mi piace, ma non in maniera particolare e il mio affetto non nasce dalla sua bontà, ma... dalla gratitudine: quando venivo trascinata di malavoglia fuori di casa dopocena per fare la tradizionale “visita delle sette chiese” il pensiero del pandiramerino addolciva infatti l'incubo dei rosari e delle preghiere che avrei dovuto dire strada facendo...
Domani vedo di postare qualche ricetta e qualche foto.
Voi che raccontate?
Mi è venuta in mente pensando alle tradizioni del mio territorio, i nostri dolci sono tutti poveri, poverissimi, di una semplicità disarmante e soprattutto sono dei "bastardi"; qui al confine della provincia non abbiamo un'identità ben precisa, abbiamo cambiato spesso padrone così abbiamo qualcosa del fiorentino, qualcosa del pisano, qualcosaltro addirittura del livornese o del lucchese...
Sicuramente caratterizza questo periodo l'immancabile Schiacciata di Pasqua (mi duole dirlo, ma questa l'abbiamo copiata ai pisani o comunque da quelle parti lì

Un biscotto tipico del mio paese, cugino degli zuccherini montanari, è lo Zuccherino, a forma di ciambella del diametro di circa 15-20cm; l'impasto, arricchito dai semi di anice, è simile a quello dei cantuccini: solo farina uova e zucchero; proprio l'alta quantità di zucchero lo rende dolce e croccante e si conserva per settimane (in origine venivano preparati nel periodo di carnevale e si conservavano per tutta la Quaresima).
Quello a cui mi sono scoperta più affezionata è però il Pandiramerino, che abbiamo scopiazzato ai fiorentini, con olio rosmarino e zibibbo. Questo pane viene preparato il Giovedì Santo, e venduto per strada la sera, davanti alle chiese. In realtà mi piace, ma non in maniera particolare e il mio affetto non nasce dalla sua bontà, ma... dalla gratitudine: quando venivo trascinata di malavoglia fuori di casa dopocena per fare la tradizionale “visita delle sette chiese” il pensiero del pandiramerino addolciva infatti l'incubo dei rosari e delle preghiere che avrei dovuto dire strada facendo...
Domani vedo di postare qualche ricetta e qualche foto.
Voi che raccontate?
