Allora, vado per gradi:
- innanzitutto vi chiedo scusa perché mi sono dimenticato di scrivere nella lista degli ingredienti 'un pizzico di sale' e chiedo ai moderatori la cortesia di aggiungerlo in calce alla lista degli ingredienti;
- Tinuccia, tu hai le mani d'oro! Ti sono venuti meravigliosi, ben lievitati, e guarda che non vengono così a tutti la prima volta. Quella spaccatura a metà è indice di una perfetta lievitazione.
Ma ti faccio una domanda: hai mangiato con la marmellata di fragole quelli al caffè? Se sì e dici che sono buoni vuol dire che hai scoperto un nuovo abbinamento. In realtà, quando io parlavo di mangiarli con marmellata di fragole/lamponi e panna o burro parlavo di quelli base, che si fanno con le stesse dosi di quelli al caffè ma omettendo le noci e il caffè istantaneo. Però, ancora più buoni, sono i sultana scones, fatti aggiungendo 55g di uvetta leggermente ammollata e poi strizzata all'impasto, dopo che hai incorporato il burro alla farina & Co., poi procedi esattamante nello stesso modo.
Come dicevo, è meglio non farli troppo piccoli, ci guadaagnano in fragranza: quindi, il diametro consigliato per il tagliabiscotti nel caso in cui si vogliano fare rotondi è di ca. 6.5cm. Altro accorgimento che suggerisce Gary Rhodes è di evitare, nel tagliarli, di girare il tagliabiscotti, ma di andare giù verticalmente, questo per favorire una buona crescita in cottura. Questi scones qui, così come quelli base, si glassano con mezzo uovo sbattuto con un pizzichino di sale, magari spolverizzandoli prima della cottura di zucchero semolato (ma io preferisco zucchero di canna, che fa una bella crosticina croccante sopra). Un accorgimanto da tenere è quallo di evitare di far colare la glassa d'uovo lungo i bordi, perché disturberebbe la lievitazione e la crescita regolare dello scone.
- Piero, fra le altre cose, la tua ricetta ha in proporzione anche più lievito. Probabilmente questo li rende più simili a dolcetti, e a non farli diventare gommosi.
Altra cosa: dipende anche dalla lavorazione: all'inizio, quando mi avevano parlato degli scones e mi avevano dato la ricetta, non mi avevano spiegato bene come fare, così io facevo come per la frolla, lavoravo gli ingedienti fino ad avere un composto liscio. Un giorno vennero a trovrmi degli amici, e stavo preparando loro degli scones in questo modo, ma loro mi chiesero di accompagnarli in un posto. Quindi, misi l'impasto in frigo e uscimmo. Al ritorno, dopo un'oretta, li formai e li cossi come al solito e... erano molto più buoni e si conservavano anche meglio. Ma non erano scones.
- Infine, in onore di Piero, ispirato da Tinuccia, propongo di chiamarli ‘scunz’ [unz, unz]