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L'insuccesso 'organolettico' di mi ha portata a fare alcune riflessioni: da un punto di visto culinario sono nata come pasticcera e soprattutto pasticciona durante l'adolescenza. Poi ho iniziato a sperimentare anche con il salato. Vengo da una famiglia dove si é sempre cucinato per dovere e non per piacere, il cibo era pura necessità, forse per questo ho sentito così forte la necessità di sviluppare un rapporto diametralmente opposto con la cucina, forse per questo ho iniziato proprio con i dolci ... ma questa é un'altra storia.

Con la pasticceria sono cresciuta e mi sono evoluta parecchio, oggi credo di poter dire che ho una mano abbastanza buona con i dolci, ma i dolci sono rigore, alchimie perfette, formule matematiche (parlo delle basi ovviamente, non degli accostamenti) e poco spazio lasciano al 'genio e sregolatezza' che possono caratterizzare il salato. Ecco, sul salato sono una buona esecutrice, quello che mi manca é proprio quella capacità di abbinare, di calibrare, di immaginare prima le sensazioni che un accostamento o un metodo di cottura evocheranno al palato. Mi rendo conto che non é una cosa facile, che uno o é portato o non lo é, ma esistono forse letture che mi possono aiutare?

Quando sento alcuni di voi disquisire sull'acidità che andrebbe tolta o aggiunta e simili mi sento proprio Calimero!

Crauti e cioccolato l'avevo gia' sentita

ecco una torta dal sito della



Un libro carino che avevo leggiucchiato e avevo pure provato un paio di ricette e'



Forse ci sono piu' ricette che analisi e, per ogni ricetta, ti fa vedere tutti gli elementi presenti e ti fa capire quali sono gli elementi che percepisci prima ecc.

P.S.: comunque, Claudia, io non mi farei troppo problemi.
Certe volte mi convinco che quando ero all'universita', vivendo con le coinquiline, mi sono venuti certi piatti che adesso non sarei piu' in grado di fare...adesso ne so molto di piu', ma forse prima ero piu' spontanea.