A Trieste normalmente è un dolce natalizio, mentre nella mia famiglia di origine era ed è un dolce pasquale, assieme ad altri dolci traidizonali di origine austriaca, quali la pinza e la tìtola. Ogni famiglia triestina ha la sua ricetta del Presniz, dunque ce ne sono innumerevoli versioni. La discriminante più interessante è quella del "pien suto, pien bagnà" (ripieno asciutto, ripieno bagnato). Nel primo caso gli ingredienti non vengono legati e rimangono sbriciolati, nel secondo caso vengono legati con qualche liquido, in genere succhi di frutta. La ricetta di famiglia prevede ripieno asciutto e nessun uso di spezie, in quanto all' assaggio ogni singolo ingrediente deve far sentire la sua presenza.
Si stende una sfogla e vi si dispongono a strati fruttta secca (noci nocciole e mandorle) più o meno finemente tritata, uva passa ammollata nel rum con mescolata la buccia di un limone grattuggiata, pinoli, cubetti di cedro candito. Viene poi spolverato dello zucchero (di canna o bianco), non molto, e vengono infine aggiunti dei fiocchetti di burro. I bordi vengono spennellati coll' albume di un uovo, il Presniz viene arrotolato sigillando bene i bordi e disposto sulla carta da forno dandogli la forma di un ferro di cavallo. Viene spennellato col tuorlo e infornato mezz' ora a 180 gradi in forno preriscaldato.
Va fatto "stagionare" almeno una settimana avvolto in carta di alluminio, prima di essere servito.



Statistiche: Inviato da marco — 26/03/2006, 18:42
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