Scusate, è partito 2 volte e non riesco a eliminarne uno
qui a Palermo, la pasta si mangia al dente, ma così al dente che "sgrilla", cioè quasi salta fuori dal piatto. Per questo la cottura la facciamo breve, in acqua a bollore vivo, rimestando spesso e assaggiando, per beccare il momento in cui l'interno non è più duro, ma la pasta resta consistente, "callosa" sotto i denti. E' lo stesso motivo per cui facciamo la pasta fresca con la semola rimacinata.
Dunque niente larghi tegami, specialmente per gli spaghetti, ma una pentola capiente e alta, con molta acqua, dove lo spaghetto possa essere immerso tutto contemporaneamente, al momento della "calata".
Siccome qui si fanno molte minestre con la pasta cotta nell'acqua della verdura, la pasta si lascia quasi cruda, in modo che finisca di cuocersi man mano che la minestra intiepidisce, restando però al dente(i tempi si imparano con l'esperienza). Lo stesso faccio per le paste da saltare nei sughi, qui offrire un piatto di pasta scotta è un insulto al commensale e ci si gioca la fama culinaria per sempre
Sale, quando l'acqua bolle, appena prima di calare la pasta.Statistiche: Inviato da tavernadei7peccati — 08/09/2013, 8:52
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