Ho approfittato per un week end divertente e soprattutto godurioso.
Inizio dai vini, tutti molto particolari e di gran carattere: sono vini da viti a piede franco, che cioè non sono mai state innestate su porta innesto di vite americana. Il Cile è infatti un paese che, grazie alla sua cordigliera, non ha conosciuto mai fillossera,mefistofelico animaletto che ha la passione per le radici delle viti non americane e che distrusse i vigneti del mondo alla fine dell'800.
Il Cile è una terra affascinante che per la sua conformazione geografica, da Nord a Sud (che è più Nord del Sud) gode di condizioni climatiche estremamente variegate, passando da un clima temperato ad uno più continentale. E' nella zona più centrale che la vite si esprime al massimo, con risultati direi grandiosi per uve come il Cabernet Sauvignon, il Carmener (simile al Cabernet Franc), il Merlot. Ma che puo' dire la sua anche sui vini bianchi.
Ecco gli assaggi:

Opulento sauvignon blanc, dalla incredibile struttura e dai profumi intensissimi di fiori con spiccatissime note agrumate e minerali. Vino da 10 e lode, senza tema di essere smentito.

Una piccola batteria di campioni: due di questi, della Cavas submarinas,
hanno la paricolarità di essere lasciati, dopo l'imbottigliamente, ad affinare per un certo numero di mesi, sott'acqua. La bassa temperatura ed il particolare ondeggiamento a cui sono sottoposti, conferisce loro delle note gusto - olfattive molto particolari. Di questa azienda ho assaggiato un bianco (Muscadet - Chardonnay) ed un rosso (Pinot Nero - Carmener).
Sempre della batteria fanno parte un Cabernet Sauvignon dalla personalità incredibile: tutte le caratteristiche classiche di un Cabernet Sauvignon sono rispettate (morbidezza, eleganza frutta rossa, etc etc) ma con in più note selvatiche ed animali che lo rendono del tutto peculiare. Stratosferica la persistenza.Infine un Merlot riserva 2004 che si lasciava masticare.
Poi:

Altro Cabernet Sauvgnon dalla concentrazione spettacolare, ma dalla grande facilità di beva (uno di quei vini che più ne bevi e più vorresti berne).
Infine:

Un Carmener dai profumi di frutti di bosco incredibili; un 2005 ancora giovanissimo con delle potenzialità di invecchiamento immani.


Queste ultime due foto non hanno nullaa che fare con la manifestazione:
la prima è una bottiglia di Rum da me testato in uno splendido posto romano (Casa Bleve): un Demerara dell'88, un velluto caldo che ti riempie la bocca e non la lascia neanche dopo un Toscano di quelli tosti.
La seconda è una vetrina di Via Margutta.
In un prossim topic viracconto della cena con un giovane grande chef cileno: Juan Carlos Bozzo. 
Statistiche: Inviato da sica — 04/11/2007, 22:48
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